produzione: Jack and Joe Theatre
di e con : Alexey Merkuschev
durata: atto unico: 55'
Lo spettacolo inizia con l’immagine di una città che si sta preparando ad andare a dormire; un tuffo nel mondo dei sogni.
La scena cambia: entriamo nella stanza di una persona un po’ buffa e un po’ sfortunata, Djadja Wolodja.
Per lui ogni giorno è sempre venerdì 13. Vive in uno scantinato da solo, in compagnia sia di strani animali che di creature del suo immaginario. Le giornate sono riempite da accadimenti banali che si trasformano per lui in esperienze magiche, avventure tragiche e divertenti. Durante lo spettacolo il mondo dei sogni diventa sempre più dominante e sempre più interessante al punto da rendere la realtà non più necessaria.
Così Djadja Wolodja, con grande entusiasmo, oltrepassa più volte il confine della realtà. Nei suoi sogni diventa nobile, orgoglioso, coraggioso e romantico. Lo possiamo vedere trasformarsi in un duro, un cacciatore di safari, piantare alberi, innamorarsi ... Col passare del tempo egli sprofonda sempre di più nel suo mondo interiore al punto che non si distingue più dove finisce la vita reale e inizia quella immaginaria.
Nulla può più ripulire la sua mente? forse l’amore? ma in fondo neanche questo funziona.
Non riesce più a mettersi in contatto con niente e con nessuno, è sempre più confuso e infine abbandona la scena solo e senza una meta precisa.
La scena ci riporta nella città che si risveglia. Il senso della realtà ritorna. Sembra che l’intera storia non sia mai successa, ma che sia stato solo il sogno di una delle persone dietro a una delle finestre.